Ci si può staccare dal riscaldamento centralizzato?
Se abiti in un condominio che ha un impianto di riscaldamento centralizzato e hai deciso di distaccartene, sicuramente ne trarresti un beneficio sia in termini di consumi, con un impianto di nuova generazione la bolletta ti costerà di meno, sia in termini di efficienza, potrai decidere tu quando accendere e spegnere il riscaldamento. Non ultimo, non avrai più il sospetto che, nei conteggi delle bollette, ci sia qualche errore a tuo danno.
Noi del team Sarpi Immobiliare cerchiamo di illustrare come fare sotto un aspetto pratico e burocratico, per effettuare il distacco dal riscaldamento centralizzato.
Se hai deciso di staccarti dall’impianto condominiale puoi agire direttamente, chiamare la ditta installatrice, farti montare il nuovo impianto e comunicare all’amministratore, con una raccomandata a.r. o una PEC, che dal mese successivo non parteciperai più ai consumi collettivi essendoti dotato di un impianto autonomo.
L’assemblea di condominio non può vietare il distacco, a meno che da esso non derivi un notevole squilibrio nel funzionamento dell’impianto generale.
Ecco perché il nostro suggerimento, anche se non obbligatorio per legge, è quello di farsi predisporre, da un termotecnico abilitato, una perizia al fine di provare che non vi saranno squilibri o aggravi di costi. La perizia potrà essere inviata all’amministratore di condominio.
La delibera assembleare che, pur in presenza delle condizioni per il distacco, respinge il distacco è nulla per violazione del diritto individuale del condomino sulla cosa comune.
Tuttavia chi si stacca dall’impianto centralizzato non smette di pagare completamente per la caldaia comune che, continua a restare anche di sua proprietà ed alla quale potrebbe tornare in qualsiasi momento. Il codice civile stabilisce dunque che il condomino che ha provveduto a staccarsi, deve comunque concorrere al pagamento delle spese per la manutenzione straordinaria dell’impianto e per la sua conservazione e messa a norma.
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