Direttiva Europea sulle case green
Giovedì 9 febbraio, la Commissione Industria, Ricerca ed Energia del Parlamento Europeo ha dato il primo via libera alla direttiva Energy Performance of Buildings Directive (EPBD) inserita all’interno del pacchetto “Fit For 55”, che suggerisce per gli edifici residenziali il raggiungimento della classe energetica E entro il 2030 e della classe D entro il 2033.
ll prossimo passo sarà l’esame della plenaria a marzo e poi prenderà il via il negoziato tra Commissione, Consiglio e Parlamento per arrivare alla versione finale da approvare.
L’effetto immediato purtroppo, di una norma così netta e di obbligo, è quello di riduzione del valore di tutti gli immobili, che per l’Italia vuol dire riduzione del risparmio delle famiglie. Questo perché in Italia, molto più che in altri Paesi, gli immobili sono di proprietà di piccoli risparmiatori, sia che abitino in una casa di proprietà, sia che siano proprietari di altri immobili di’investimento.
Secondo i dati diffusi dalla Commissione Europea circa il numero di immobili che sarebbero interessati dalla normativa, con riferimento all’Italia si parla di quasi 4 milioni di edifici, che vuol dire circa 10 milioni di famiglie.
Le agevolazioni, sperando che ne siano stanziate, sono tutte da vedere. C'è chi dice ‘servono fondi europei’, ma se i numeri sono questi dovrebbero essere dei fondi quasi impensabili da ipotizzare per l’entità.
La speranza è che nelle sedi opportune il Governo Italiano si faccia valere, per arrivare alla stesura di una direttiva meno penalizzante per le tasche degli italiani.
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