Il nuovo anno senza superbonus: cosa succederà ora?
Il 2024 vedrà l'addio definitivo al Bonus 110% così come lo abbiamo conosciuto e alle pratiche do cessione dei crediti. Nella manovra di bilancio appena approvata per l’anno nuovo, infatti, è previsto lo stop da gennaio 2024 dei due meccanismi di utilizzo delle agevolazioni fiscali, tornando così alla detrazione in dieci anni.
La nuova decisione intrapresa si pone con l’obiettivo di normalizzare gli sconti fiscali dell’edilizia, tornando a cifre per così dire tradizionali e compresi fra il 50 e il 60%.
Cosa succederà per i lavori in corso? Con la bocciatura degli emendamenti al Decreto Asset e Investimenti, che prorogavano l’applicazione dell’aliquota 110% per le spese sostenute sui condomìni, comincia a diffondersi il dubbio per gli interventi in corso d’opera e che non finiranno entro l’anno. Per questi, i lavori saranno detraibili, ceduti o scontati con l’aliquota solo del 70% in vigore dal 1° gennaio 2024 e nel 2025 si scenderà ulteriormente al 65%.
Ma questo non è l’unico timore. Rimane alta la paura, inoltre, di aprire nuovi strappi all’interno dei conti pubblici. Nonostante ciò, per ora, ciò che è aperto è il dossier sugli incentivi al rinnovamento e all’efficientamento energetico del patrimonio immobiliare, magari con strumenti più efficaci nel rapporto fra costi e benefici rispetto ad un Superbonus che, sebbene le cifre, ha interessato poco più del 3% degli immobili italiani.
Per trovare un ampio respiro finanziario, il Governo ha introdotto tale esigenza nella proposta di Repower Eu, l’integrazione da 19,2 miliardi del Pnrr inviata a Bruxelles nei mesi estivi: 4 miliardi, fra 2024 e 2025, destinati al cosiddetto «Ecobonus sociale» che «indirizza il sostegno esclusivamente alle categorie di persone a basso reddito». Ma ora l’UE ci va più cauta quando si parla di crediti all’edilizia.
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