Immobili e classe energetica

I potenziali acquirenti di immobili sono sempre attenti alla prestazione energetica dell’immobile che intendono acquistare, ancora di più dopo il primo lockdown quando la permanenza forzata in casa ha reso tutti maggiormente consapevoli dei costi energetici ed a maggior ragione, dopo gli ulteriori rincari energetici dovuti anche alla guerra tra Russia e Ucraina.

Il Centro Studi del Gruppo Sarpi ha analizzato le compravendite realizzate attraverso le agenzie del Gruppo ed ha rilevato che, tra il 2019 e il 2021, è aumentata la percentuale di acquisti di abitazioni in classe energetica A, si è passati dal 3,0% del 2019 al 4,5% del 2021.

Le classi dalla B alla F mantengono un tasso sostanzialmente costante, mentre si registra una diminuzione della percentuale di compravendite di classe G.

La classe G rimane comunque la classe energetica più scambiata in Italia circa il 58% dovuta alla vetustà del patrimonio abitativo italiano.

Negli anni scorsi una maggiore sensibilità all’argomento era stata rilevata tra gli acquirenti di casa vacanza che, utilizzando l’abitazione solo in alcuni periodi dell’anno, volevano contenere i costi di gestione dell’abitazione.

In generale negli ultimi tempi si inizia a capire come un immobile in classe energetica elevata conserva valore nel tempo, anche in una futura ottica di rivendita.

Per quanto riguarda le locazioni le classi dalla A alla E evidenziano percentuali di affitto sostanzialmente stabili, cresce la percentuale di affitti in classe F che passa dal 14% del 2019 al 15,5% del 2021, mentre diminuisce la percentuale di locazioni in classe G che passa dal 59% al 58%.

In generale anche sul mercato delle locazioni le tipologie più affittate appartengono alla classe energetica G, per via della vetustà del patrimonio immobiliare italiano.