In che modo la tecnologia cambierà il lavoro di agente immobiliare
La tecnologia ha cambiato la professione dell’agente immobiliare? E se sì, in cosa?
Vediamo insieme come le nuove tecnologie hanno trasformato una professione tradizionalista.
La rivoluzione digitale che stiamo vivendo travolge ogni settore dell’attività umana.
Ognuno di noi può rendersi conto della velocità con cui la tecnologia evolve
e di come questo si riflette sulla nostra quotidianità, sia in ambito privato che lavorativo.
Nel caso del settore immobiliare si parla, nello specifico, di PropTech,
ovvero un termine coniato appositamente per unire le parole Property e Technology.
Anche l’agente immobiliare sta lentamente cambiando davanti a tecnologie e device,
adattandosi ad un mondo che ha adottato nuove regole di comunicazione
e che lo vuole più efficace, immediato e flessibile.
In che modo la tecnologia può aiutare un agente immobiliare?
Prima di tutto nella gestione del proprio database: un immobile può essere inserito
tramite un gestionale immobiliare su diversi siti con un solo inserimento.
Una cosa che sembra banale, ma non lo è: fino a pochi anni fa bisognava fare
un singolo inserimento per ogni sito. Ora possiamo raggiungere sempre
e ovunque la clientela grazie alle app per smartphone con foto professionali,
visite virtuali e video. Il cliente può quindi navigare facilmente tra tutte
le proposte immobiliari e in pochi minuti scegliere quali vedere dal vivo.
Possiamo creare campagne web mirate, per zona, per interessi, per età,
scegliendo con precisione a quale pubblico rivolgerci. Questo tramite i social,
Facebook principalmente, o tramite inserzioni Google, che ci permettono
di ottimizzare i costi e gli sprechi.
Tutte le principali piattaforme forniscono delle dashboard dalle quali è possibile
monitorare i risultati delle singole campagne, ovvero quanti hanno visto l’inserzione
e quindi hanno interagito con un commento, un “mi piace” o un click,
possiamo modificare e migliorare le nostre inserzioni pubblicitarie
ed essere sempre più efficaci.
Identikit del nuovo agente immobiliare
Secondo alcune ricerche recenti, il nuovo agente immobiliare è digitale e collaborativo,
conserva i dati in cloud (67%), spende nell'advertising di Facebook (50,5%),
guarda ancora con sospetto a Google (71,3%) e dimostra fiducia verso i portali
di annunci immobiliari (85,1%). Un professionista diventato social addicted
che predilige Facebook (33,1), Linkedin (23,6%) a Twitter (9,4%) e Youtube (11,2%).
Mentre il porta a porta (21,7%), come fonte di acquisizione immobiliare,
lascia spazio a risorse online (67,5%) e tools specifici.
Cambia l’agente, cambia il servizio.
La risposta veloce alle esigenze del cliente alza di molto la percezione positiva del servizio,
aspetto fondamentale per fidelizzare il cliente. Già oggi si può creare un appartamento
tipo al computer e far vedere al cliente come sarà la sua futura casa ancora prima
che parta la costruzione. La prospettiva più interessante è quella dello smart work,
ovvero non aver più bisogno di una postazione fissa e un grande archivio cartaceo.
Basterà una scrivania con un tablet per lavorare. Questo permette di aumentare
notevolmente il numero di consulenti all’interno di una agenzia senza ampliare gli spazi,
lavorando da casa e utilizzando postazioni in coworking in agenzia.
Ciò abbasserà i costi fissi facendo aumentare i ricavi del consulente.
C’è ancora molto da informatizzare ma tutti i passi sono in questa direzione.
Nuovi modelli del business immobiliare: minaccia o opportunità?
La tecnologia cambia la nostra vita ogni giorno e quindi potrebbe cambiare
in ogni istante il nostro lavoro. In cima alla lista delle novità in Italia ci sono le agenzie
immobiliari online, ispirate al modello dell'inglese Purplebricks .
Esistono startup come Dove.it, Homepanda, Homstate, ecc. che si basano su una rete
di agenti attivi sul territorio, ma che lavorano in mobilità, senza più il negozio fisico
su strada e che promettono una rinuncia alla classica commissione del 3 o 4%
sul prezzo di vendita. Al loro posto, un sistema con una quota fissa a forfait,
con software di valutazione del prezzo basati sui big data,
app dedicate e virtual tour a 360 gradi.
Ma siamo davvero convinti che questo nuovo modello avrà successo
utilizzando come unica leva nei confronti del proprietario di casa, quella del prezzo?
C’è di un equivoco di fondo che rischia di alimentare miti nell’immaginario collettivo:
digitale non significa solo risparmio economico. Un processo di servizio può essere reso
trasparente, veloce, sicuro, efficace, disponibile a tanti.
Questo comporta una serie di vantaggi, tra cui anche il risparmio economico.
Pertanto l’azzeramento delle commissioni di vendita, non c’entra nulla con la digitalizzazione.
Si tratta solo di una strategia commerciale per acquisire più immobili possibili nel minor
tempo possibile e pare che la comunità degli agenti immobiliari non sia affatto spaventata
da questo nuovo modello.
Ecco tre spunti interessanti per prendere il buono che questa nuova concorrenza può offrire.
1) Ripensare a tutti i processi d’agenzia (acquisizione, gestione, vendita, post-vendita), in modo che la tecnologia fornisca soluzioni che li semplifichi, rendendoli più efficaci;
2) Favorire l’innovazione della propria agenzia, attraverso percorsi di contaminazione esterna, apertura a nuove modalità di lavoro;
3) Concentrarsi sull’esperienza del cliente, per identificare le criticità che la persona incontra nel percorso di compravendita e non perdere di vista l’analisi dei numeri, per comprendere come valorizzare economicamente ogni singola transazione e ridurre gli sprechi.
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