Realtà da copiare: housing sociale a Vienna
In Austria ed in particolare, nella città di Vienna, la presenza di un grande numero di alloggi sociali, conosciuti come Gemeindebauten, incide sull’intero mercato immobiliare locale e permette di tenere sorprendentemente bassi i prezzi di tutte le abitazioni della città.
La parola Gemeindebauten è un termine austriaco che significa edificio municipale e si riferisce a strutture con destinazione residenziale costruite dal Comune per realizzare e fornire alloggi pubblici in affitto.
Storicamente le Gemeindebauten sorsero negli anni Venti e divennero ben presto una parte importante dell’architettura cittadina.
La loro realizzazione nasceva dalla necessità di dare un alloggio dignitoso alla classe operaia di Vienna, che aumentava rapidamente e viveva in condizioni igieniche di grave degrado, per via del sovraffollamento e della mancanza di luce, aria e acqua.
In pochi anni furono quindi costruite migliaia di case pubbliche, assegnate ai meno abbienti, per migliorare le condizioni di vita dei lavoratori e delle loro famiglie.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale e poi negli anni Sessanta e Settanta, furono realizzati molti altri alloggi pubblici, adattandoli alle diverse esigenze sociali.
Oggi a Vienna un’enorme percentuale di residenti, ben l’80%, possiede i requisiti di tipo economico per chiedere e ottenere un alloggio pubblico.
La pratica dell’housing sociale è particolarmente diffusa nella capitale austriaca.
A Vienna sono moltissimi gli alloggi pubblici e le abitazioni a prezzo calmierato, che in altri Paesi vengono definite case popolari, ed essi costituiscono un beneficio sociale ampiamente condiviso, infatti non accolgono solamente la classe più povera, ma anche il ceto medio.
La diffusione di questo fenomeno incide fortemente sull’intero mercato immobiliare e non solo sull’edilizia pubblica, ne consegue che i costi delle case sono in generale più contenuti.
Infatti, sulla base dei dati relativi all’anno 2022, i residenti delle case popolari di Vienna hanno speso circa il 23% del loro reddito per affitti e utenze, mentre coloro che vivono in abitazioni private hanno speso mediamente il 27%, cioè una percentuale di poco superiore.
Comments