Sarpi e Anama raccontano l’ultimo decennio immobiliare e sono fiduciosi per il prossimo triennio
Aggiornamento: 3 gen 2021
Indagine del Centro Studi Sarpi, in collaborazione con ANAMA, Associazione Nazionale Agente e Mediatori di Affari
Dallo studio del decennio immobiliare 2009-2019, emerge che i volumi del mercato
immobiliare italiano hanno recuperato i livelli precedenti la grande crisi, cominciata nel 2007:
le compravendite, a consuntivo d’anno, potrebbero sfiorare la crescita a due cifre.
È la fotografia di un decennio dell’immobiliare italiano, scattata mettendo a confronto
numeri e dinamiche di oggi con quelle del 2009 e corredata da un’indagine qualitativa
di mercato, in uno studio realizzato dal Centro Studi Sarpi in collaborazione con ANAMA,
Associazione Nazionale Agente e Mediatori d’Affari. L’indagine, sviluppata su un campione
di circa 2100 intervistati, effettuata grazie alla collaborazione di oltre 100 agenzie immobiliari
e professionisti del settore, fa rilevare che il numero delle compravendite ha recuperato oggi livelli paragonabili a quelli del 2008, pur non toccando le cifre record del 2007.
Nel solo primo trimestre del 2019 si sono registrate 138.525 transazioni, che significano,
in percentuale, una crescita dell’8,8 rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente.
Il secondo trimestre del 2019 ha totalizzato 159.600 compravendite, con un’ulteriore crescita del 13% rispetto al primo trimestre dell’anno. Si pu dunque ipotizzare, sostengono gli esperti del Centro Studi Sarpi e ANAMA, una chiusura di 2019 con almeno 640 mila compravendite, il che determinerebbe un netto +9,6% rispetto al totale registrato nel 2018.
Se confrontato con il 2013, anno maggiormente colpito dalla crisi del settore,
l’incremento complessivo ad oggi è del +63%. Sul versante dei prezzi, c’è risalita rispetto ai minimi registrati nel biennio 2016/2017 e proprio il 2019 potrà essere considerato l’anno della definitiva ripresa. Più stabile nel decennio il mercato del nuovo, mentre l’usato è stato in marcata flessione durante il periodo di crisi e meno dinamico nella ripresa, complici la scarsità di disponibilità economica per la ristrutturazione e la riqualificazione del patrimonio immobiliare.
Rispetto ai picchi minimi segnati due anni or sono, si segnala oggi un aumento
netto del 5,2% sull’usato e un +1,9% sul nuovo, siamo tuttora al di sotto dei valori
di riferimento del 2009 (-0,7% per il nuovo, -14,9% per il mercato dell’usato).
Fra le caratteristiche del mercato esaminate nello studio comparato del Centro Studi Sarpi
a dieci anni di distanza, due sono in evidenza. C’è minore disponibilità a trattare sul prezzo,
nel 2019 decisamente più limitata rispetto al 2009: oggi un acquirente su tre non
conclude l’affare a scapito del prezzo, mentre 10 anni fa appena il 15% dei venditori
resisteva a una proposta meno conveniente.
Altra nota singolare riguarda i canali di vendita: in dieci anni era facile aspettarsi
un incremento di internet, cresciuta dal 55 al 64%, meno probabile era il rafforzamento
delle agenzie immobiliari, che segnano la risposta alla disintermediazione della rete
guadagnando quote di mercato dal 21 al 24%. L’incremento del ricorso ai mutui
è un altro aspetto significativo che emerge dallo studio, a conferma della ripresa
del mercato e della fiducia: nell’ultimo anno (dati aprile 19 su aprile 18) il 70,3%
degli acquirenti ha chiesto un mutuo per acquistare una casa, con incremento del 4,8%.
Aumento che va in parallelo con l’andamento del mercato immobiliare,
favorito anche dall’andamento favorevole dei tassi di interesse.
Sentiamo cosa ne pensa Emanuele Barbera,
Presidente Sarpi Immobiliare
Nel triennio 2019/2022 i prezzi di Milano e Roma subiranno un ulteriore
incremento dell’8-10%, facendo da traino per l’intero paese e confermandone
il trend di continua crescita. È lo scenario tracciato da Emanuele Barbera, presidente
di Sarpi Immobiliare, a commento dei dati dell’indagine sul mercato 2009-2019
svolta dal Centro Studi Sarpi e ANAMA. «Il numero delle compravendite ha raggiunto
in alcune aree, Milano in primis, picchi mai toccati prima d’ora, sia per le categorie
nuove costruzioni, sia per il mercato dell’usato», afferma Barbera.
«L’attuale domanda che si registra nel capoluogo lombardo lascia prevedere
una crescita importante nell’intero territorio nazionale per i prossimi tre anni».
Il mercato del nuovo offrirà a prezzi crescenti prodotti altamente qualitativi,
grazie all’utilizzo di sistemi domotici, a materiali fortemente innovativi, alla crescente
attenzione verso il risparmio energetico. Il mercato dell’usato, invece, sarà sempre
più indirizzato verso la ristrutturazione e la valorizzazione dell’immobile, e quello degli affitti,
di conseguenza, da un aumento dei canoni e da un’offerta sempre minore di immobili,
specialmente nei centri di forte interesse economici-turistici e di studio/formazione.
Milano, in particolare, è la locomotiva trainante del settore immobiliare italiano.
Non a caso la crescita dei prezzi negli ultimi due anni, rilevata appunto dall’indagine
del Centro Studi Sarpi e ANAMA, ha registrato aumenti fino al 35% in alcune zone
di recente riqualifica. Il 50,1% degli intervistati ha dichiarato una differenza tra il prezzo
di vendita iniziale e quello finale entro il 10%, il 31,5% ha dichiarato una crescita compresa
tra il 10 e il 20%, il 18,4% ha visto incrementi oltre il 20%.
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